È il 1 di novembre, festa di tutti i Santi, quando Suor Maria Paola Babato e suor Maria Grazia Andretto fanno ritorno, anche se per pochi giorni, alla loro casa: la Comunità cristiana di Grignano Polesine in provincia di Rovigo. A Grignano sono arrivate, l’una da Vicenza e l’altra da Venezia, in tempi diversi, ma è da qui che sono partite entrambe, rispettivamente, nel 1982 e nel 1986; la prima per il Camerun, la seconda per l’Albania.
Al termine della celebrazione eucaristica, su invito del parroco don Alessandro Mistrello e del Monsignore Carlo Maria Santato, Vicario episcopale per le religiose, le due sorelle hanno portato la loro testimonianza sulla missione. Subito la comunità si è stretta intorno alle missionarie in una calorosa e sentita partecipazione. A prendere la parola è stata suor Maria Grazia che si è detta molto emozionata di essere nuovamente a casa, e grata della possibilità di offrire una testimonianza, seppure concisa, sulla missione. Non dimentica suor Maria Grazia di sottolineare il ruolo centrale che la Comunità cristiana di Grignano riveste nel progetto missionario. Essa è un prezioso punto di riferimento, la famiglia a cui è sempre possibile tornare, ma è anche e soprattutto supporto spirituale e morale di cui non si può fare a meno quando si è lontani da casa, in terra straniera, a portare una testimonianza di fede. Con il sostegno della preghiera, l’esortazione a proseguire la missione e la fiducia nel loro operato, la parrocchia è una guida costante e concreta. Questo, dichiara con gratitudine suor Maria Grazia, è un dono prezioso. Poi, la voce rotta dalla commozione, racconta la sua esperienza in Albania.
Il coraggio di resistere.
Non è stato facile, dice, essere missionaria in un Paese che aveva raggiunto, l’anno in cui è arrivata, un livello altissimo e insospettato di repressione. Il regime comunista, ostile a ogni dogma religioso, puniva, con la tortura e con la morte, cristiani, musulmani sunniti e sufì senza nessuna distinzione. L’intento era quello di detenere il primato di “Primo Paese ateo al mondo”. Primato che, fortunatamente, non è mai stato conquistato dal momento che nel fiume carsico delle pratiche religiose, che scorreva silente e clandestino tra la popolazione, la volontà di vivere nella fede era più forte della paura di soccombere. Grazie alla professione, al coraggio e alla perseveranza di molti resistenti tra religiosi e non, il 4 novembre del 1990 è stata proclamata la libertà di culto. In quel giorno, per la prima volta, dopo cinquant’anni di terrore, è stata celebrata la Messa. Ed è a questi eroi della resistenza che Papa Francesco ha rivolto la sua preghiera di ringraziamento quando nel 2013 si è recato in Albania.
L’Abbraccio del Papa.
Papa Francesco ha voluto incontrare personalmente un sacerdote e una suora sopravvissuti al giogo delle torture e, dopo aver ascoltato la loro testimonianza, in segno di profonda gratitudine si è inginocchiato ai loro piedi. Poi, li ha abbracciati. Un gesto questo, dice suor Maria Grazia, che comunica l’importanza di farsi incontro all’altro ascoltandolo nella sua storia personale e, soprattutto, come voce di popolo. Una popolazione a cui la Chiesa deve sempre offrire vicinanza, testimonianza evangelica e parole lievi che confortano e non giudicano.
La nostra, prosegue l’evangelizzatrice, non è una missione di “successo”, è un’opera di impegno che richiede fede e devozione, come prima cosa. E pazienza. Perché di fronte alla durezza e alle avversità che si incontrano lungo la strada, non ci è dato di capire ma solo di avere fede, una volta che il seme della parola è stato piantato nel cuore degli uomini, nell’azione di Dio.
La certezza che quel chicco opererà sulla via misteriosa e vincente della conversione evangelica, dà la forza a suor Maria Grazia di mantenere il suo impegno in Albania.
La preghiera è la strada.
Suor Maria Grazia chiude il suo intervento sulla speranza che il popolo albanese possa davvero scoprire di essere amato da Dio e dalla Chiesa.
Alla fine della Celebrazione eucaristica i parrocchiani si raccolgono intorno alle due Sorelle missionarie presso il centro sociale della parrocchia. Davanti a una tazza fumante di caffè, scorrono intatti e gioiosi gli aneddoti legati al tempo in cui le due suore hanno prestato la loro opera a Grignano. Da allora sono trascorsi molti anni, i bambini di cui si prendevano cura alla scuola materna sono diventati degli adulti oramai, e tanti tra i fedeli non sono più. Momenti di vita condivisa che commuovono e rafforzano il legame malgrado l’imminente ripartenza. Un affetto, questo che unisce Suor Maria Grazia e suor Maria Paola alla Comunità cristiana di Grignano Polesine, che si rinnova al di là del tempo, della lontananza. Nell’impegno evangelico. Nella fiducia. Nella preghiera reciproca.