Da 2000 anni la Chiesa, popolo di Dio, offre il sacrificio eucaristico come unico grande dono ricevuto da Gesù Cristo.
Con fede i cristiani continuano e continueranno a celebrare questo mistero, e tale fede trova la sua forza nella Sacra Scrittura, che già nelle antiche profezie ci prepara attraverso le immagini della manna nel deserto e il sangue dell’agnello pasquale.
Gesù aveva preparato questo dono parlando nella Sinagoga di Cafarnao, quando diceva alla folla: “Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna”.
Nella preghiera al Padre, Gesù ci ha insegnato a chiedere anche il “pane quotidiano” di cui ha bisogno il nostro corpo, ma ci ha insegnato a chiedere anche il pane “che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell’uomo vi darà”.
Questo “Pane del Cielo” Gesù ce l’ha dato nella cena pasquale che precedette la sua crocifissione e morte. E disse ai suoi apostoli: “Fate questo in memoria di me”. Che cosa continueranno a fare i suoi apostoli, ieri, oggi e domani?
“… preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: “Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me”. Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi” (Lc 22,19-20).
Quando, dopo la sua risurrezione, Gesù accolse l’invito dei discepoli di Emmaus “…quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro” (Lc 24,30). Gesù Risorto poi sparì dalla loro vista, ma l’avevano riconosciuto…
Questo ci dice il Vangelo, e noi crediamo a ciò che ha detto il Figlio di Dio, perché non c’è niente di più vero della sua Parola. Attraverso il ministero dei sacerdoti è Gesù che si fa presente tra noi.