Nella tradizione cristiana sono state ritenute di grande valore le opere di alcuni scrittori cristiani dei primi secoli, che furono chiamati “Padri della Chiesa”. Con la loro dottrina, la loro santità, la loro autorità, essi hanno edificato la Chiesa, iniziando la sua costruzione sul fondamento di Gesù e degli Apostoli. Prendiamo dalle loro opere qualche scritto riguardante il mistero eucaristico.
Ciò che vedete è il pane e il calice: ve lo assicurano i vostri stessi occhi. Invece secondo la fede che si deve formare in voi, il pane è il corpo di Cristo, il calice è il sangue di Cristo. Quanto ho detto in maniera molto succinta forse è anche sufficiente per la fede: ma la fede richiede l’istruzione. Dice infatti il Profeta: Se non crederete non capirete (Is 12, 27 LXX). Potreste infatti dirmi a questo punto: Ci hai detto di credere, dacci delle spiegazioni perché possiamo comprendere. Nell’animo di qualcuno potrebbe infatti formarsi un ragionamento simile a questo: Il Signore nostro Gesù Cristo sappiamo da dove ha ricevuto il corpo, dalla Vergine Maria. Bambino, fu allattato, si nutrì, crebbe, arrivò e visse l’età giovanile; soffrì persecuzioni da parte dei Giudei, fu appeso alla croce, fu ucciso sulla croce, fu deposto dalla croce, fu sepolto, il terzo giorno risuscitò, nel giorno che volle ascese al cielo; lassù portò il suo corpo; di lassù verrà per giudicare i vivi e i morti; ora è lassù e siede alla destra del Padre: questo pane come può essere il suo corpo? E questo calice, o meglio ciò che è contenuto nel calice, come può essere il sangue suo? Queste cose, fratelli, si chiamano sacramenti proprio perché in esse si vede una realtà e se ne intende un’altra. Ciò che si vede ha un aspetto materiale, ciò che si intende produce un effetto spirituale.
(S. Agostino sec.V)
Prendete e mangiate, questo è il mio corpo: il Verbo è l’alimento della nostra vita. Per questo noi ci cibiamo del Corpo di Cristo, per poter cioè partecipare alla Vita eterna. Non ci viene infatti offerto da mangiare e da bere come ricompensa e come onore, ma come comunione della Grazia e della Vita celeste.
(S. Ambrogio sec. IV)
Betlemme vuol dire “casa del pane”, poiché proprio lì bisognava che nascesse il Figlio di Dio. Lui che è il pane di vita, secondo l’attestazione diretta dell’evangelo, dove il Signore di sé dice: “Io sono il pane vivo disceso dal Cielo”.
(S. Cromazio di Aquileia sec. V)
Tu sei il mio Dio…. Mi pareva di udire la tua voce dall’alto che diceva: “Io sono il cibo dei forti, cresci e mi avrai. Tu non trasformerai me in te, come il cibo del corpo, ma sarai tu ad essere trasformato in me”.
(S. Agostino sec.V)