Un albero, si racconta

albero buono

nel 150° della nascita di Padre Giocondo Lorgna

Chi sono?

Un piccolo albero, alto poco più di due metri. Vivo temporaneamente in un vaso del diametro di meno di un metro, sono ancora in fiore eppure ai miei rami sono appesi 72 frutti tutti diversi. L’albero buono ha dato frutti buoni! Per ora sono ancora ospite del salone al piano terra delle Suore Domenicane della Beata Imelda di Villa Pace, a Bologna. Non so quanto sarà ancora lunga la mia vita, ma sono felice: in questo tempo, data la mia fioritura prolungata, ho potuto dare un senso di primavera e di vita all’ambiente che mi ospita! 

La mia storia. 

A gennaio ero solo un ramo secco. Sul mio tronco lungo circa due metri stava una debole chioma fatta di sparuti e radi rametti. Perciò mi scelsero quale miglior candidato ad essere rivestito di fiorellini di carta, tipo quelli di pesco, per addobbare una sala in occasione dei festeggiamenti per l’apertura dell’anno 150esimo di nascita del Fondatore Padre Giocondo. Ma era inverno e un albero di fior di pesco, non era di stagione! Allora mi rivestirono di alcuni rametti di Calicantus, fiorellini timidi, poco visibili di un color giallo-verdastro pallido quasi invisibili, ma profumatissimi. I cinque rametti, mi dissero, simboleggiavano le cinque ragazze riunite da Padre Giocondo perché si impegnassero nel primo asilo da lui fondato: Angeli Custodi.

Un triste destino.

Dopo qualche giorno, ritornai nella stanza buia, un angusto deposito. Sembrava che la mia vita stesse per finire, ma ai primi di marzo si cominciò a parlare della festa di Pasqua, a come addobbare la casa in modo semplice e significativo. Fui di nuovo rivisitato. Sulle prime si decise di rivestirmi di fiorellini di pesco, simbolo di vita, di primavera, di speranza. Ma l’idea venne presto scartata. E anch’io. Si prepararono perciò dei mazzi di fiori di pesco, almeno cinque, per ornare gli ambienti comuni. Cinque o sei suore si riunirono due volte la settimana al pomeriggio e fecero tanti fiorellini che incollarono su rami raccolti provvidenzialmente dalla potatura, appena avvenuta, di vari alberi. E io tornai, mortificato, nella stanza buia.
Solitudine e dimenticanza.
Venne Pasqua, ma ahimè eravamo nella grande bufera della Pandemia. Quasi tutte le suore erano scomparse dai luoghi comuni, obbligate all’isolamento nella propria stanza. I cinque vasi di fiori rosa, belli da sembrare veri, rimasero nel salone. Alcuni fiorellini di pesco servirono a fare piccolissimi rami che il giorno di Pasqua furono offerti insieme al pranzo a ogni suora, ancora in isolamento. Quelli rimasti furono portati in cappella dove di solito stanno vasi di fiori veri, ma che a causa della quarantena non si potevano acquistare. A giugno le suore poterono addobbare l’altare con mazzetti vivi e profumati sicché vennero tolti dalla mensa sacra e finirono nello stanzino a tenermi compagnia. 
Pensammo che per noi fosse finita! 

Eppure…il rinnovamento.

Una mattina d’agosto, al risveglio, mi ritrovai d’improvviso in salone insieme ai rami dei fiorellini di pesco. La mia chioma fu arricchita di altri rami che qualcuno aveva rivestito di fiorellini rosa. Ero diventato veramente un bell’albero di fior di pesco, ammirato da tutti! Sentii anche sussurrare che mi avrebbero appeso dei frutti. La mia gioia fu grande quando compresi che anch’io come tutti, ero ancora utile.
Io, simbolo della missione.
Così il 26 settembre dei bellissimi frutti di carta (ben 72!) sono stati appesi ai miei rami dalle Suore Imeldine a rappresentare ciò che di buono è stato da loro seminato, in quanto “Figlie” del Venerabile Padre Fondatore Padre Giocondo Lorgna. Un frutto bello e maturo per ciascun luogo in cui si è stabilita una comunità imeldina. E mani aperte al dono per ogni comunità che ha raggiunto paesi diversi dall’Italia. Le Suore di Villa Pace che si sono occupate della decorazione erano commosse e riconoscenti al loro santo Fondatore e a Dio per avere seminato nella storia umana tanti frutti buoni, succosi e profumati di Vangelo e di vita eucaristica! Questa è la mia gioia è grande. Di più bello non potevo sperare!

Tra poco la mia vita volgerà al tramonto. Sono felice perché mi sembra di essere stato un albero buono grazie alla vita donata di queste Sorelle. 
Vi lascio per ricordo la mia foto.                                                                             
Un albero buono

18-11-2020