Una solida rete di generosità

Caritas San Pio X Li Punti (Sardegna, Italia)

Una macchina arriva dal mercato ortofrutticolo e scarica nel cortile delle suore imeldine cassette piene di frutta, verdura e legumi freschi. Partono le telefonate e dal quartiere comincia ad arrivare gente; solitamente i più bisognosi. È una scena piacevole che si ripete più volte la settimana, è l’immagine della solida rete di generosità che permette a molte famiglie di Li Punti, ma anche al parroco e alle suore, di avere sempre del cibo in tavola. 
A Li Punti l’invito di Don Tonino Bello è già una realtà: «Non possiamo limitarci a sperare, dobbiamo organizzare la speranza». Papa Francesco nella giornata internazionale dei poveri l’ha sottolineato: “Se la nostra speranza non si traduce in scelte e gesti concreti di attenzione, giustizia, solidarietà, cura della casa comune, le sofferenze dei poveri non potranno essere sollevate, l’economia dello scarto che li costringe a vivere ai margini non potrà essere convertita, le loro attese non potranno rifiorire. A noi, specialmente a noi cristiani, tocca organizzare la speranza – bella questa espressione di Tonino Bello: organizzare la speranza – tradurla in vita concreta ogni giorno, nei rapporti umani, nell’impegno sociale e politico” 

A Li Punti, si “organizza la speranza”. La testimonianza di Gina Busai, responsabile della Caritas della parrocchia san Pio X

“Ne sentivo parlare, ma non avevo ben chiaro come funzionasse veramente questo gruppo. Mi coinvolsero a inizio anno 2019. Suor Cristiana, dell’Istituto delle suore delle Poverelle, venne a invitarmi su indicazione di Don Costantino il nostro parroco. E da lì l’iniziativa si è evoluta. Oggi siamo una decina di volontarie del gruppo Caritas, ci occupiamo della preparazione e della distribuzione dei pacchi di viveri. Solitamente consegniamo una volta ogni due settimane, il giovedì, la mattina presto per favorire quelli che hanno la fortuna di avere un lavoro, anche se a giornata. 
Una parte dei prodotti che diamo provengono dalla Caritas Diocesana e hanno il marchio FEAD. In totale i nuclei aiutati arrivano a una trentina la maggior parte nomadi con molti bimbi.
L’arrivo della pandemia ci ha gettati nel panico! Come organizzare una distribuzione con sicurezza? Senza perderci di coraggio non ci siamo fermate un istante: abbiamo dato seguito alle richieste della protezione civile che ci informava di famiglie con bambini senza un bicchiere di latte. Abbiamo aiutato le persone che lavoravano in nero e, insieme a vivere, abbiamo sempre distribuito una parola di conforto. Data la criticità del momento abbiamo provveduto anche al pagamento di qualche bolletta e all’acquisto delle medicine.

“Spesso sono i meno sospettati ad avere più bisogno”

Come sovvenzioniamo l’iniziativa? In parte ci autofinanziamo versando € 10,00 al mese e poi creando iniziative per sensibilizzare i parrocchiani, sempre molto generosi, con offerte in denaro e buste della spesa in particolar modo con l’approssimarsi delle feste durante le quali effettuiamo una distribuzione extra di carne. 
Diversi supermercati offrono quanto ricavato dalla «spesa sospesa» ad associazioni come i Cavalieri di Malta oppure AUSER. Senz’altro ammirevole è la generosità dei bambini che per le feste natalizie portano i loro pacchi a scuola per donarli ai più bisognosi.
Personalmente questa esperienza mi ha arricchita tanto: ad aiutare il prossimo, si compiono sacrifici, tuttavia guardare ai poveri con occhi diversi fa comprendere che ci sono situazioni molto più precarie di quello che immaginiamo e che chiedono rispetto. Non bisogna mai giudicare chi viene a chiedere del cibo. Spesso sono i meno sospettati ad averne più bisogno ma la dignità li spinge a non domandare nulla. Sta a noi accorgerci delle loro necessità e tendere una mano. 

Gina Busia
 

22-12-2021