Potim

Potim

Una nuova sfida

Nel 2013 suor Maria Luisa Pantarotto e suor Emilia dos Santos arrivano a Potim, un comune di circa ventimila anime, nello stato di San Paolo del Brasile, a soli tre km dal grande santuario nazionale di Nostra Signora Aparecida, patrona della nazione, grate di poter prestarvi servizio liturgico e di accoglienza ai numerosi pellegrini. Non hanno ancora una casa, perciò vengono accolte nella generosa comunità Fratello Benedetto dei Missionari Redentoristi per dimorarvi fino a quando la loro abitazione non sarà ultimata. Le due sorelle non conoscono il luogo, perciò non è facile memorizzare immediatamente i nomi delle strade e delle piazze, riconoscere case e palazzi. C’è qualcosa, però, che è evidente ad entrambe: Potim è un organismo malato. Povertà. Analfabetismo. Degrado sociale. Ogni anfratto della città racconta loro lo stato di miseria in cui versa la popolazione; suor Maria e suor Emilia hanno subito chiara la sfida che le attende.

I primi passi

Suor Maria e suor Emilia rispondono al grido di aiuto di Potim quasi per istinto. La missione è la loro vocazione. Servire Dio e il prossimo è il fine ultimo della loro esistenza. L’impresa, però, scopre presto il suo fianco più doloroso. La fragile situazione economica della città poggia su un’amministrazione debole e corrotta che ignora i bisogni e le richieste della popolazione. I servizi pubblici, quando non sono carenti, sono praticamente inesistenti, le strutture cedono, le strade sono lasciate al buio. Nel sito dove vivono le suore, nessuno funzionario del comune si è preoccupato di portare l’elettricità. Certo oggi la situazione è molto diversa. La Chiesa, per esempio, grazie al movimento Fede e Politica, è riuscita nell’ultima elezione comunale, a far sentire la propria voce ma la strada per il cambiamento è stata lunga e irta di ostacoli.
In primo luogo le suore hanno dovuto ispezionare la città, entrare nelle famiglie per venire a contatto con le loro necessità, ascoltarne le voci. Le religiose, così, inserendosi nella complessa e difficile realtà della città hanno sposato le istanze dei più bisognosi e hanno rivendicato, al loro fianco, il diritto a una vita più dignitosa. Tutto ciò le ha portate nella direzione di un miglioramento dove sono maturate anche le premesse per un dialogo costruttivo e partecipativo con il governo locale. Oggi, infatti, le suore siedono nei Consigli Comunali dove, oltre a favorire l’assistenza ai poveri, si è aperto un dibattito democratico e di confronto all’interno del quale vengono conosciute e accolte le idee e le necessità dei cittadini.

Nuovi progetti

Una delle prime conquiste delle suore è stato il Centro Educazionale della Madonna di Aparecida. L’istituto, coadiuvato dal Consiglio Comunale, è nato dall’esigenza di supportare quei genitori che, quando andavano a lavoro, non avevano nessuno che si occuppasse dei loro figli. A beneficiare di questa attività, oggi, sono centoventi bambini di età compresa tra i due e i sei anni. Il Centro oltre a svolgere un’attività di formazione, di istruzione e di sviluppo del bambino, è attento anche alla sua educazione sociale. La felicità del bambino, la sua integrazione all’interno della comunità, l’importanza del gioco, sono istanze centrali nei progetti pedagogici a cui suore e insegnanti lavorano assiduamente per offrire una formazione che si faccia garante di opportunità future. Per quanto riguarda le famiglie, invece, i progetti del Centro sono di natura più strettamente assistenzialista (prevalentemente sociale-psicologica) e si traducono in incontri, a cadenza mensile, durante i quali ai genitori vengono impartite lezioni di economia domestica al fine di migliorare la qualità della loro vita.
Ma il progetto che sta più a cuore alle suore è il livellamento sociale. Se è vero che, da quando sono arrivate a Potim, le condizioni socio-economiche della città sono migliorate è altrettanto vero che sono ancora molte le famiglie che oggi non hanno accesso al lavoro, all’istruzione e agli altri sostegni che le religiose sono riuscite a strappare all’amministrazione comunale. Sicché alla loro attività di supporto alla liturgia e di accoglienza ai pellegrini del Santuario di Aparecida, sempre si accompagna un assiduo lavoro di carattere sociale teso a garantire un’equa distribuzione delle risorse tra la popolazione affinché nessuno resti indietro.